L’associazione Mario Campanacci nasce dall’esperienza di medici, infermieri volontari che operano nelle strutture dell’Istituto Ortopedico Rizzoli dedicate alla cura dei pazienti con sarcomi dell’apparato muscolo scheletrico.
Per questo motivo abbiamo voluto dedicarla al Prof. Mario Campanacci, un pioniere ed un maestro riconosciuto internazionalmente nel campo dell’Oncologia Muscoloscheletrica e che ha saputo creare al Rizzoli un centro multidisciplinare che rappresenta un’eccellenza non solo italiana.
L’associazione viene fondata nel gennaio del 2010 e dal 28 marzo 2014 è iscritta al registro provinciale delle associazioni di volontariato della provincia di Bologna (determinazione n. 873/2014).
L’associazione opera principalmente secondo tre obbiettivi:
Ad oggi l’Associazione può contare sulla competenza unica di 30 Medici e infermieri, sviluppata in 11 anni di ricerca e oltre 1.000 casi presi in carico.
Accanto a loro lavorano con passione 30 volontari, ogni giorno pronti dare sostegno ai pazienti e alle loro famiglie, persone provenienti da tutto il mondo all’Istituto Rizzoli per dare un futuro al proprio desiderio di felicità.
I NOSTRI MAESTRI
Prof. Mario Campanacci
















Mario Campanacci è nato a Parma il 13 gennaio 1932, dove ha iniziato i suoi studi. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1956, ed ha iniziato la sua carriera di ortopedico presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, specializzandosi in Ortopedia e Traumatologia nel 1960. La prima fase della sua carriera è stata prevalentemente dedicata all’Anatomia Patologica ed alla Patologia dell’Apparato Muscolo-Scheletrico, portandolo a studiare e trattare i tumori delle ossa e delle parti molli. Fin dai primi anni si appassiona di patologia dell’apparato muscolo-scheletrico, potendo in tal modo mettere a frutto le sue conoscenze in anatomia patologica, applicandole all’ortopedia. Il suo primo maestro è Italo Federico Goidanich, che si occupa già di tumori dell’apparato muscolo-scheletrico. Per perfezionare la sua formazione in questa patologia rara ed ancora poco conosciuta, ha frequentato il Veteran Administration Hospital di San Francisco presso il il dr. Lichtenstein per 6 mesi, e l’ Hospital for Joint Disease di New York presso il Dr. Milgram per 2 mesi (1962-63). Nel 1963 ha assunto la responsabilità e la direzione dell’Unità di Oncologia Muscoloscheletrica del Rizzoli. Ha subito capito quanto fosse importante per la diagnosi delle lesioni muscoloscheletriche la revisione della documentazione radiografica assieme ai preparati istologici, ed ha sottolineato l’importanza di un’archiviazione scrupolosa della documentazione clinica e radiografica dei pazienti. Ha quindi eseguito la revisione di migliaia di casi di tumori muscoloscheletrici trattati fin dai primi anni del 1900 presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, maturando una profonda conoscenza ed una particolare esperienza diagnostica e clinica. Negli anni successivi ha intuito l’importanza di un approccio multidisciplinare ai sarcomi, e fu uno dei pionieri del trattamento combinato e della chirurgia conservativa per i sarcomi primitivi dell’osso.
Verso la metà degli anni ‘80 ha sostenuto l’espansione del Dipartimento di Oncologia Muscoloscheletrica per includere anche i Laboratori di Ricerca, intuendo la necessità di affiancare la ricerca di base e la biologia molecolare alla clinica per i futuri sviluppi nella diagnosi e nella cura dei sarcomi.
Credeva fermamente nella collaborazione e nel confronto con altri professionisti, credeva nell’importanza delle esperienze presso altri centri italiani ma soprattutto esteri, e per questo ha fortemente voluto la fondazione dell’ European Musculo-Skeletal Oncology Society (EMSOS), nata nel 1987, e della quale fu il primo Presidente (1987-1990).
Ha sviluppato una sincera amicizia con molti esperti mondiali sulla patologia osteo-muscolare dei suoi tempi, ed ha istruito dozzine di chirurghi italiani e stranieri, capendo il valore degli scambi continui di idee e delle relazioni internazionali. L’amicizia con Bill Enneking gli è stata particolarmente cara, portando alla creazione del Course on Muscolo-Skeletal Pathology, tenuto da entrambi ogni anno presso il Rizzoli di Bologna, e che dal 1989 viene tenuto ogni anno.
L’insegnamento era infatti un’altra sua grande passione, e per lui era una vera gioia passare del tempo con gli studenti, rispondere alle loro domande e stimolarne l’interesse, la curiosità e la partecipazione.
Il corso viene svolto anche oggi in sua memoria, presso l’Istituto Rizzoli, con la partecipazione di medici del suo staff e di esperti internazionali.
Mario Campanacci aveva un’indole calma e riflessiva. Apparentemente schivo e severo, era in realtà capace di trasmettere la passione per lo studio dell’Oncologia Muscoloscheletrica. Gli piaceva insegnare e dare il buon esempio; era umile, e credeva nella meritocrazia e nel gioco di squadra. Pretendeva molto da chi lo circondava, ma principalmente pretendeva moltissimo da se stesso.
Nel 1995 è divenuto Direttore Scientifico dell’Istituto Rizzoli, dedicando una grande energia e sostegno all’organizzazione ed alla attività scientifica dell’ospedale.
Mario Campanacci è morto nel 1999, dopo una eroica battaglia contro il cancro. La sua guida manca ancora oggi non solo a tutti coloro che l’hanno conosciuto ed hanno avuto la fortuna di lavorare con lui, ma anche a chi non l’ha conosciuto direttamente ma ha imparato ad apprezzarlo tramite i suoi lasciti scientifici e spirituali.
Laura Campanacci
Dott. Gaetano Bacci

Fin da quando, esaurita la sua esperienza in Clinica Medica al Sant’Orsola, ha iniziato a svolgere la sua attività al Rizzoli, alla fine degli anni sessanta, ha saputo capire le grandi possibilità di crescita scientifica offerte dall’ Istituto. Da attento ed esperto internista quale era ha saputo trasferire le sue capacità in un campo per l’ epoca assolutamente pionieristico, quello dell’ oncologia muscloscheletrica instaurando un sodalizio fruttuoso con il prof. Mario Campanacci. Con l’ arrivo del dott. Bacci il Rizzoli, da grande Istituto Ortopedico conosciuto in campo mondiale, è divenuto un punto di riferimento mondiale nell’ ambito dell’ oncologia medica. Si devono a lui le prime terapie mediche per i sarcomi dell’ osso, malattie che erano state fino ad allora considerate incurabili. Con forza, determinazione e costanza, superando difficoltà, incomprensioni e talvolta anche ostilità, il dott. Bacci ha costruito una struttura oncologica che ha contribuito a far crescere in maniera determinante il prestigio del Rizzoli nel mondo.
Il dott. Bacci è stato un grande clinico-medico che non ha mai abbandonato o sacrificato la cura dei propri pazienti in favore della ricerca, ma che ha fatto invece della ricerca clinica il punto di forza di una assistenza medica di qualità. Il dott. Bacci è stato il medico del Rizzoli con la più elevata e qualificata produzione scientifica in campo oncologico ed il suo H-index è il maggiore mai avuto da medici dell’ Istituto. Vi sono articoli del dott. Bacci che hanno avuto centinaia di citazioni bibliografiche e che costituiscono un punto di riferimento mondiale in oncologia muscolo scheletrica.
Vorrei inoltre ricordare come per il dott. Bacci prendersi cura non abbia mai significato solo dare farmaci, ma pensare ai bisogni della persona e in questo senso va la creazione della prima cucina per le mamme dei nostri ricoverati, il progetto scuola per i ragazzi delle medie e delle superiori, gli appartamenti per le famiglie dei nostri ricoverati, aiutato e supportato da tante persone che dentro e fuori del Rizzoli condividevano con il dott. Bacci un comune sentire e avevano capito l’ importanza di queste iniziative. Desidero ricordare inoltre un aspetto dell’ attività del dott. Bacci che ha saputo portare frutti nel tempo, la sua capacità di coinvolgere, contagiare quasi, le persone che lavoravano con lui nella passione per la ricerca clinica. In particolare è stato determinante a mio avviso come abbia saputo valorizzare e stimolare la ricerca infermieristica in oncologia muscolo scheletrica, espressione della sua visione globale dei bisogni delle persone che si rivolgevano al nostro reparto.
Nella sua vita tanto intensa e piena di difficoltà il dott. Bacci ha avuto sempre ben chiaro su cosa appoggiare e dove dirigere lo sguardo. Non mancava mai alla Messa del mattino nella chiesa di San Michele in bosco, punto fermo prima di affrontare la giornata in ospedale.
La nostra riconoscenza per il dott. Bacci si renderà concreta nel nostro proseguire quotidiano lungo il percorso che ha tracciato.
Stefano Ferrari