Data / Ora
14/11/2018 - 17/11/2018
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Si è tenuto dal 14 al 17 novembre l’annuale congresso della Connective Tissue Oncology Society (CTOS) la più importante società scientifica a livello mondiale per la ricerca sui sarcomi.
Il meeting annuale rappresenta, per la comunità scientifica dedicata allo studio dei sarcomi, un occasione di incontro, confronto e soprattutto di presentazione delle più recenti novità nella diagnosi e cura dei sarcomi. La partecipazione dei ricercatori italiani è stata come al solito molto qualificata.
Una revisione internazionale dello studio EORTC-STBSG 62931 (Paper 005 3042630) ha confermato il ruolo chiave della chemioterapia nella cura dei sarcomi delle parti molli, ma solo nei pazienti con sarcomi ad alto grado di malignità così come definito da uno specifico score per la definizione del rischio. Si tratta di un importante contributo per meglio identificare i pazienti per i quali il rapporto rischio/beneficio della chemioterapia sia vantaggioso ed evitare ai pazienti “a basso rischio” la chemioterapia.
Frutto di un’altra collaborazione internazionale (Paper 006 3042737) uno studio che ha definito come la combinazione Doxorubicina e Dacarbazina sia la più attiva nel trattamento del Leiomisarcoma metastatico o in fase avanzata. Pur con i limiti che derivano dalla natura retrospettiva dello studio, questa analisi pone la combinazione Doxorubicine e Dacarbaziona come prima scelta nella terapia del Leiomiosarcoma in fase localmente avanzata o metastatica.
Uno studio clinico internazionale promosso da Eli-Lilly e condotto in collaborazione con numerosi istituti (Paper 007 3042520) ha dimostrato la fattibilità dell’uso di un nuovo anticorpo monoclonale anti PDGFRα (Olaratumab) in combinazione con quella che oramai è considerata come la terapia di riferimento nella maggior parte dei sarcomi (Ifosfamide e Doxorubicina). Precedenti studi avevano evidenziato un miglioramento della sopravvivenza in pazienti con sarcomi che ricevettero Olaratumab in combinazione con la sola Doxorubicina. Questo studio rappresenta una sorta di rampa di lancio per futuri studi di Olaratumab in combinazione con Doxorubicina e Ifosfamide.
Di particolare interesse sul piano clinico lo studio collaborativo (Paper 009 3042702) fra i gruppi sarcomi spagnolo (GEIS), italiano (ISG) e francese (FSG) che mirava a confermare l’effetto sinergico dell’uso concomitante di Trabectedina e radioterapia a basso dosaggio (30Gy in 10 frazioni giornaliere). E’ stata confermata, in pazienti in fase avanzata e pretrattati con sarcomi dei tessuti molli, l’azione additiva della radioterapia alla Trabectedina. E’ stata riscontrata una percentuale di risposte del 31%, superiore a quella attesa con l’uso della sola Trabectedina. Studi che vadano a valutare il meccanismo dell’ azione sinergica fra Trabectedina e radioterapia potranno aprire nuove vie per il trattamento dei pazienti con sarcomi.
Un altro studio collaborativo fra GEIS, ISG e FSG (Paper 027 3042427) ha segnalato l’attività di Pazopanib nel trattamento del Condrosarcoma Mixoide Extrascheletrico, una patologia rara e di norma resistente ai comunitrattamenti chemioterapici.
Infine uno studio condotto in Cina (Paper 040 2993960) ha riportato risultati interessanti dall’uso di Apatinib, un farmaco anti tirosinochinasico che specificamente inibisce il recettore per fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGFR-2). Apatinib è stato utilizzato in pazienti con osteosarcoma metastatico riportando una percentuale di risposte del 43% ed una probabilità di essere liberi da progressione a 4 mesi del 57%. Dati particolarmente interessanti considerando la refrattarietà ai comuni trattamenti chemioterapici dei pazienti con osteosarcoma recidivato.
Per ulteriori dettagli sulle presentazioni al Congresso è possibile consultare il sito:
